Dall'idea alla trama: le basi della tua storia
- Andrea Brunori Editor

- 17 nov
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 18 nov

Come si scrive una storia? In molti, che magari hanno accarezzato da tempo quest’idea ma non hanno mai saputo dove iniziare, si saranno posti questa domanda, e sul web sono tantissimi gli articoli e i video che ne parlano.
Un aspetto che non viene affrontato spesso, però, sono proprio i passaggi iniziali del processo creativo: in molti menzionano manuali di scrittura, fanno riferimento a ricerche di mercato e a cosa può pensare il lettore (e, di conseguenza, come l’autore può anticiparlo)… sono tutti i concetti giusti, ma sono focalizzati più sul come dare forma all’idea, anziché sulla sua nascita.
In questo articolo mi concentrerò proprio su questa parte, tessendo una scaletta step-by-step dei passaggi che portano alla creazione di una storia. Non si tratta di un articolo esaustivo né incentrato sulla psicologia della mente umana, ma di una solida base di appoggio per cominciare a dar vita al proprio progetto narrativo…
Ogni giorno la nostra mente riceve milioni di informazioni: dalla televisione, dalle conversazioni con gli amici o con i colleghi in ufficio, dai libri che leggiamo… tutti questi “dati” vengono assimilati dal nostro cervello, alcuni pronti per essere usati nel quotidiano, altri destinati a essere conservati nell’inconscio per alimentare pensieri, ricordi, ragionamenti… e idee.
Ecco da dove scaturisce il seme di una grande storia, ecco cosa si nasconde dietro quel “e se…”.
… Ed ecco perché è così importante leggere, viaggiare, fare nuove esperienze e conoscere nuove persone: per ampliare i propri orizzonti, fornire alla propria mente continui stimoli e nutrirla di idee sempre nuove.
Ma così come un seme non basta per fare una pianta, un’idea non è sufficiente, da sola, per dare vita a una storia che avvicini autore e lettore.
Per prima cosa, bisogna identificare questo seme, questo “e se…”. E per farlo bisogna indagare sul proprio legame con esso, facendosi delle domande fondamentali: perché questo “e se…” ti ha colpito? Perché la tua mente ha generato questa idea? Cosa mette in luce questa idea, e perché è così importante per te? Ha a che fare con un’emozione particolare? Con un’esperienza che hai vissuto? Un legame che ti sta a cuore? Una lezione che hai imparato? Una lezione che stai faticando a imparare?
Trovata la risposta a queste domande, avrai il tuo tema, vale a dire l’argomento di cui parlerà la tua storia (anche se è ancora presto per chiamarla così), il messaggio che vuoi trasmettere al lettore.
Ora che l’identità di questo seme è definita, passiamo al prossimo step…
Per consentire a questo seme di germogliare, occorre un terreno fertile, e in campo letterario gli elementi che lo compongono sono tre: Obiettivo, Azione e Conflitto.
L’Obiettivo fornisce al protagonista un traguardo da raggiungere, rendendolo realistico e creando così un legame empatico con il lettore. Dà inoltre dinamicità a trama e personaggi e focalizza l’attenzione su un qualcosa di lontano ma raggiungibile.
L’Azione (intesa come “serie di Azioni”) è l’insieme di passaggi necessari per avvicinare il protagonista al suo Obiettivo, fornisce al lettore qualcosa di concreto da visualizzare e lo porta a fare il tifo per il protagonista, intensificando il legame empatico.
Il Conflitto (inteso sia come entità a sé stante, sia come “serie di Conflitti”), nella forma di dubbi, sfide, nemici… che si oppongono al cammino del protagonista, rendono più difficile il suo viaggio e sempre più lontano l’Obiettivo, aumentando così la tensione narrativa e rafforzando la posta in gioco.
Questi tre elementi rappresentano l’unità-base di ogni storia, e devono essere presenti, anche se in forme diverse, in ogni singola scena (in particolare il conflitto, che tiene gli occhi del lettore incollati alla pagina).
Ora che abbiamo stabilito questi concetti iniziali, vediamoli in atto con un esempio:
Idea: “E se un uomo trovasse un vecchio diario in soffitta?”
Possibile storia: “Mentre sistema la soffitta (Azione) per recuperare le decorazioni natalizie (Obiettivo), un uomo trova il diario del padre e scopre un segreto che potrebbe distruggere la sua famiglia (Conflitto).”[1]
Ma come possiamo individuare l’Obiettivo e il Conflitto (o Conflitti)? Sapere il cosa non basta, se dietro non c’è un forte perché.
Cosa spinge il protagonista a voler perseguire il suo Obiettivo? Brama di potere? Ascesa sociale? Vendetta? Senso di colpa? Bisogno di appartenenza?
E cosa, invece, potrebbe mettergli i bastoni tra le ruote? Paura? Insicurezza? Rabbia? Qualcuno che trama contro di lui? Senso di colpa (sì, di nuovo)?
Gioca su queste e altre emozioni per stabilire una direzione per trovare la scintilla che infiamma la storia e avvicinare il lettore a essa.
Ora che hai definito Obiettivo, Azione e Conflitto, organizziamoli in modo da definire la domanda drammaturgica (anche detta premessa), la “spina dorsale” della trama:
“Riuscirà il nostro protagonista a salvare la sua famiglia (Obiettivo) nonostante la sconcertante verità scritta nel diario (Conflitto)?”
Quando riesci a formulare questa domanda, hai il nucleo della trama. Tutto il resto (eventi, scene, scelte…) nasce da lì.
Ora che abbiamo isolato gli elementi principali della tua storia e stabilito, anche se in modo approssimativo, in che relazione stanno gli uni con gli altri, possiamo scendere nei dettagli e dare una struttura a questo germoglio di storia. Qui il discorso va oltre il tema dell’argomento di questo articolo, perciò mi limiterò a dare qualche consiglio utile e menzionare alcuni concetti di cui tornerò a parlare in maniera più approfondita in futuro.
Ci sono diversi modelli e nozioni che ti saranno utili in questo frangente e che non posso fare a meno di consigliarti (peraltro, ne ho già parlato ampiamente sui social):
Il Monomito (affrontato in L’Eroe dai Mille volti) di Joseph Campbell
Il Viaggio dell’Eroe di Chris Vogler
L’Arco di Trasformazione del Personaggio di Dara Marks
Story di Robert McKee
Potrei continuare, ma già questi ti saranno sufficienti per iniziare.
Bada bene: non si tratta di regole rigide, fisse, in cui ingabbiare la tua storia, ma di modelli da prendere a esempio… ed eventualmente plasmare a immagine e somiglianza della tua storia.
Infine, qualche consiglio utile…
Metti per iscritto i vari passaggi e relazioni, così da poterli visualizzare e avere una panoramica della tua opera in qualsiasi momento.
Ricorda di intensificare progressivamente il conflitto per calibrare la tensione narrativa, in modo che sia crescente: il protagonista deve essere sempre in difetto, il raggiungimento del suo scopo è una continua strada in salita.
Tieni bene a mente che a ogni azione corrisponde una reazione, quindi considera le ripercussioni (di trama, emotive…) che ogni scelta o azione comporta.
Avere una forte immaginazione va bene, ma non dimenticare il realismo… o ti perdi il lettore a metà strada.
Ora che hai una visione d’insieme della tua storia, torna all’inizio di questo articolo e chiediti: questa visione è in linea con il tema, con il messaggio che volevo mandare all’inizio? Se così non è, cosa devo cambiare? Il tema, che evidentemente non era così forte per me, o gli eventi?
Infine… lascia spazio all’imprevisto. Progetta tutto, scendi nei particolari e mettiti in dubbio, in modo da rafforzare la tua storia… ma non avere paura di cambiare strada, se pensi che sia la scelta migliore (dal punto di vista narratologico o del tema).
Solo… non lasciare andare la fantasia troppo “a briglie sciolte”!
Quindi, se hai un’idea in mente… osa. Sviluppala. Dalle forma. E poi scrivi, scrivi, scrivi...
[1] In questo esempio, il Conflitto non solo interrompe l’Azione del protagonista, allontanandolo dal suo Obiettivo, ma ne rivela altre due ben più importanti: “salvare la propria famiglia” (Obiettivo) e “indagare sul passato del padre” (Azione).



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